Il desiderio comincia con uno sguardo — e con ciò che viene celato. “Frutto proibito” gioca con il linguaggio della lussuria e dell’occultamento: il corpo è esposto, ma l’identità no. La tensione risiede nel contrasto: pelle e tessuto, luce e ombra, presenza e assenza. Un ritratto della tentazione in cui lo sguardo dello spettatore completa l’immagine.
Proporzioni 1,50:1